giovedì 11 settembre 2008

Il paese dei balocchi

"Credo di essere il Presidente del Consiglio di un Paese molto solido, con un alto livello di vita e di benessere"
Eh gia', certo, affermazione inconfutabile.
Siamo il paese dei balocchi, il giorno dopo. Quando giostre e caramelle lasciano il posto alle orecchie d'asino.
Siamo come un branco di poveri animali attaccati al giogo, tutti li' impegnati a trainare il carro del dove ogni giorno sale qualche nuovo malfattore pronto ad arricchirsi con il nostro sudore.
La speranza l'ho gia' persa, mi rimangono l'indignazione ed il disgusto.
Ci si chiede come mai i giovani del '68 facessero la rivoluzione in piazza, mentre noi, seppur informati, seppur "contro" scarichiamo tutte le nostre ansie e frustrazioni sul web. Eh, me lo chiedo pure io!
Io ci starei a fare la rivoluzione, io ci sono se si va in piazza, quello che manca e' un leader che sia in grado di trainarci, ma senza ombre, senza essere suddito della gloria personale, senza voler essere a tutti i costi contro tutti, senza cadere nel gioco che in nano malefico ha architettato.
Ma non basta nemmeno un leader, perche' ormai c'e' la paura.
Segnalare i fischiatori del Ministro Gelmini, indagare la Guzzanti, sono cose che fanno molta, molta paura e allora, non ci rimane che la rete, dove, per ora, ci sentiamo al sicuro, almeno fino a quando non troveranno il modo di inviarci il polonio via email.

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